Si alla dieta nella sindrome dell’ovaio policistico

Dott.ssa Annapia Normale ~ Farmacista ~ Biologa Nutrizionista
Pubblicazione – ANNO 4 N. 32 FEBBRAIO 2021 – ISSN: 2612/4947

La sindrome dell’ovaio policistico o PCOS (Polycystic Ovary Syndrome) è un disordine endocrino-metabolico che, interessando il 5-10% (1) della popolazione femminile di origine mediterranea in età riproduttiva, costituisce, verosimilmente, la più comune endocrinopatia dell’età premenopausale. Le caratteristiche principali sono iperandrogenismo, oligo-anovularietà ed alterazioni morfologiche dell’ovaio, con le caratteristiche cisti o micro-cisti.
Solitamente, le donne evidenziano obesità e sintomi causati dagli alti livelli di ormoni maschili (androgeni), sviluppando acne, irsutismo, tono profondo della voce, alopecia ed aumentata resistenza all’insulina in un’alta percentuale di casi. Uno dei più rivoluzionari concetti degli ultimi decenni è l’interpretazione della PCOS come disordine non squisitamente riproduttivo ma sistemico, con importanti implicazioni metaboliche (2).
Studi prospettici e randomizzati, infatti, hanno evidenziato nelle pazienti con PCOS un aumentato rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, dislipidemie, tumori e malattie cardiovascolari. I fattori di rischio metabolici nella sindrome dell’ovaio policistico sono dovuti (3) all’aumento dell’indice di massa corporea (Body Mass Index, IMC) con aumentata insulinemia, all’aumento della colesterolemia totale (diminuite HDL e aumentate LDL) e all’aumentato rapporto vita/fianchi (WHR, waist to hip ratio).
Il minimo comune denominatore nella patogenesi di tutte queste alterazioni sarebbe l’iperinsulinemia, indipendentemente dall’IMC (4). Uno dei primi indizi dell’iperinsulinismo e dell’insulino-resistenza nelle donne con PCOS è il riscontro di Acanthosis Nigricans (cute ispessita e iperpigmentata a livello di ascelle, nuca e pieghe cutanee), dovuta all’eccessiva esposizione del derma all’insulina. Un regime dietetico specifico e uno stile di vita adeguato andrebbero sempre presi in considerazione nella gestione della patologia, a prescindere dalla condizione di sovrappeso o obesità. Questi accorgimenti, infatti, migliorando la sensibilità all’insulina, contrasterebbero l’iperandrogenismo e..continua a leggere

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