Una panoramica sulla prevenzione e il trattamento dietetico della spina bifida
Dott. Oliviero Nunzio ~ Dietista – Specializzato in Scienze della Nutrizione Umana
Pubblicazione – ANNO 4 N. 33 MARZO 2021 – ISSN: 2612/4947
Il mielomeningocele, comunemente noto come spina bifida, è una malformazione congenita a carico della colonna vertebrale in cui il midollo spinale non si sviluppa correttamente a causa della chiusura incompleta del tubo neurale verso i 28 giorni di gestazione. L’incompleto sviluppo di alcune vertebre favorisce la fuoriuscita di meningi e/o midollo spinale da una fessura del rachide. Le vertebre non perfettamente saldate impediscono alla colonna vertebrale di svilupparsi in maniera completa. E’ possibile osservare una conformazione anatomica che dà l’impressione che l’arco vertebrale sia bifido. La spina bifida può comparire in qualsiasi punto della colonna, ma nella maggior parte dei casi diagnosticati colpisce il segmento lombare. (1)
In Italia, la prevalenza totale alla nascita dei difetti del tubo neurale è di circa 6 casi su 10.000 di cui il 50% sono casi di spina bifida. (2)
Questo difetto può essere diviso in spina bifida occulta e spina bifida aperta. La spina bifida occulta, o disrafismo spinale chiuso, è la forma più lieve dei difetti del tubo neurale che coinvolge un difetto vertebrale nascosto e un coinvolgimento neurale minimo. La spina bifida aperta, o disrafismo spinale aperto, si riferisce a un difetto in cui i tessuti neurali comunicano con l’ambiente esterno come il meningocele e il mielomeningocele. Queste condizioni provocano uno spettro vario di effetti neurologici a causa del grado di neuralizzazione. (3)
La spina bifida è un difetto genetico, quindi non si può avere un’assoluta certezza sulle cause implicate nella sua origine. Si ipotizza che un intreccio tra fattori genetici e ambientali possano predisporre il feto a questa malformazione. (4)
La carenza di acido folico nelle prime fasi della gravidanza aumenta in modo rilevante il rischio di malformazioni del feto, in particolare di difetti del tubo neurale come la spina bifida o l’anencefalia. 5)
Per questo motivo, secondo le Linee Guida nazionali e internazionali è consigliata l’assunzione di 400 μg/die di acido folico almeno trenta giorni prima del concepimento e fino ad almeno tre mesi di gestazione. 6)
Questo micronutriente è una vitamina idrosolubile del gruppo B ed è conosciuta col nome di vitamina B9. La ritroviamo nei vegetali a foglia verde ma anche in altri prodotti come fegato, rene, carni di vario genere, latte, legumi, frutta, frutta secca e cereali. Essendo una vitamina sia idrosolubile che termolabile, la cottura degli alimenti in cui essa è contenuta, può determinare una sua perdita superiore al 50%. E’ una vitamina essenziale poiché non viene prodotta dal nostro organismo e le riserve epatiche sono sufficienti a ricoprire le richieste solo per poche settimane. Ma perché l’acido folico è così importante per la salute dell’uomo e in particolare per quella del feto? L’acido folico, così come la vitamina B12, è indispensabile per un’adeguata proliferazione e maturazione cellulare; pertanto, la carenza di questo nutriente si ripercuote in prima istanza sui tessuti ad alto grado di proliferazione, come il midollo osseo e quelli dell’embrione-feto. L’organismo umano si serve normalmente della vitamina B9 per: la sintesi del DNA e delle proteine, la formazione dell’emoglobina nei globuli rossi, il metabolismo dell’omocisteina e altre importanti reazioni biochimiche in special modo quando sono implicati intensi periodi di divisioni cellulari in caso di crescita rapida. E’ importante sapere che la carenza alimentare di acido folico non è l’unico fattore di rischio in gioco per quanto riguarda la genesi della spina bifida.
Anche il metabolismo dei folati geneticamente alterato nel feto può incidere pesantemente sulla comparsa di questo difetto. (7)
Probabilmente esiste una correlazione con alcune anomalie cromosomiche che potrebbero predisporre il nascituro alla spina bifida. (8)
Un altro possibile elemento che potrebbe predisporre a tale difetto congenito è il diabete della gestante, infatti si stima che il rischio di dare alla luce un bambino affetto da spina bifida sia 2-10 volte superiore nelle donne colpite da diabete pre-gestazionale, rispetto a quelle sane. Anche l’obesità può aumentare il rischio di difetti del tubo neruale. (9)
In gioco sembra esserci anche l’alcolismo, infatti l’abuso di bevande alcoliche può determinare una riduzione dell’assorbimento dei folati e ne aumenta anche l’escrezione. Inoltre l’esposizione cronica all’alcol può ridurre il trasporto di acido folico al feto. (10)
Altro fattore di rischio è l’uso di alcuni farmaci come il sodio valproato, farmaco utilizzato principalmente per trattare l’epilessia e il disturbo bipolare. In caso di gravidanza, prima di assumere qualsiasi farmaco e/o integratore è importante valutare i possibili rischi con il proprio medico. (11) Anche il malassorbimento intestinale di folati dovuto a diverse patologie intestinali come per esempio alla celiachia non trattata, è un’altra condizione da non prendere sotto gamba. (12) Purtroppo ancora oggi nascere con il difetto della spina bifida potrebbe voler dire essere seguiti per tutta la vita da più specialisti. Spesso bisogna mettere in conto anche la necessità di seguire delicate operazioni chirurgiche. La chirurgia può fare molto però la lesione del midollo spinale non può essere corretta e ciò può determinare problemi di deambulazione e l’impossibilità di svuotare la vescica normalmente. Non bisogna però dimenticare l’importanza dei trattamenti dietetici che possono essere di grande aiuto nel migliorare la qualità di vita di queste persone.
Prima di tutto bisogna prevenire il sovrappeso e l’obesità tramite una dieta ipocalorica, poichè il peso in eccesso può esacerbare le sfide di salute intrinseche associate alla spina bifida. Bisogna mettere in conto come accennato pocanzi, le gravi difficoltà motorie causate dal disturbo che possono incidere notevolmente sul peso corporeo. (13) La dieta deve essere ricca di acqua e fibre per garantire un’ottimale funzione intestinale e urinaria. Nei soggetti con spina bifida possono presentarsi stipsi, gravi incontinenza fecale, problematiche renali e frequenti infezioni urinarie. (14 – 17) L’alimentazione se pur ipocalorica, non deve mancare di importanti nutrienti come l’acido folico, il calcio e in particolare la vitamina D. I problemi motori che affliggono queste persone li portano a esporsi molto poco al sole. Quindi bisogna ottimizzare l’apporto di calcio e vitamina D, grazie a quest’ultima il calcio viene assorbito efficientemente a livello intestinale favorendo anche la mineralizzazione dell’osso. Quindi devono essere presenti ottime fonti alimentari di calcio e/o vitamina D come latticini, pesce azzurro, frutta secca, legumi, verdure a voglia verde. Non dimentichiamo l’esposizione regolare al sole grazie alla quale possiamo produrre naturalmente la vitamina D. (15) L’apporto di grassi totali deve essere contenuto, in particolare la quota di acidi grassi saturi non deve superare il 10% delle calorie totali della dieta. L’assunzione di grassi animali deve essere ridotta a favore di quelli vegetali come gli oli di semi spremuti a freddo e quelli contenuti nella frutta secca.
Per quanto riguarda le proteine, bisognerebbe favorire il consumo di legumi e pesce, specialmente il pesce azzurro che è ricco di omega-3. Questo acido grasso essenziale sembra favorire la guarigione delle piaghe da decubito che colpiscono i pazienti costretti a passare lunghi periodi seduti o sdraiati nella stessa posizione come i soggetti nati con la spina bifida. L’effetto è tale da migliorare lo stato delle ferite fin del 25% e permette di diminuire sia i dolori con cui deve convivere chi presenta queste lesioni, sia il rischio di eventuali infezioni. (16)
Venendo ai carboidrati, la scelta deve ricadere su quelli complessi e a basso indice glicemico come i cereali integrali e i legumi, mentre bisogna tenere sotto controllo l’assunzione degli zuccheri semplici per evitare l’aumento di peso. La vescica neurologica, tipica dei bambini affetti da spina bifida, può determinare non solo la perdita progressiva della funzionalità renale ma anche incontinenza urinaria e ricorrenti infezioni. L’assunzione di alimenti ricchi in vitamina C e bioflavonoidi contenuti per esempio nel mirtillo, può ridurre l’incidenza delle infezioni urinarie. (17)
La prevenzione rimane la migliore arma che abbiamo a disposizione contro questo tipo di patologie. Quando si decidere di avere un figlio risulta importante consultare prima il proprio medico per assicurare al meglio la propria salute così come quella del futuro nascituro.
FONTI
1) (EN Spina bifica, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29797041/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11129882/
2) ministero della salute
3) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32644691/
4) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15555669/
5) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29786583/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33124747/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17187100/
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23790957/
6) LARN livelli di assunzione di riferimento di nutrizione ed energia per la popolazione italiana (IV revisione) SINU Società italiana di nutrizione umana
OMS organizzazione mondiale della sanità
FAO
Linee guida AOGOI
7) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19180567/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12546192/
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29681089/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15039923/
8) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4236954/
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9) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31774241/
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