Un bicchiere d’acqua (ozonizzata): cura efficace contro il mal di gola
Fino a qualche anno fa era un “classico” d’inverno. Oggi, con la risalita dei contagi getta nel panico: basta un po’ di pizzicore in gola, difficoltà a deglutire, un abbassamento della voce per far piombare lo spettro del Covid. Ma la faringite, l’infiammazione che comunemente chiamiamo mal di gola, esiste. Non sempre il covid c’entra.
È frequente d’inverno perché la gola, insieme al naso, è il primo filtro termico dell’aria fredda che vi finisce senza mediazioni. Quando gli agenti patogeni superano la barriera protettiva delle mucose delle alte vie respiratorie la infiammano, rendendola rossa, secca, gonfia e dolente.
«Il cavo orale è popolato da numerose specie batteriche in equilibrio tra loro, come Lactobacillus, Streptococcus, Staphylococcus, Actinobacteria» spiega la dottoressa Rosjana Pica, biologa e ricercatrice biosanitaria. «Un cambiamento dell’ambiente orale o fattori come la disponibilità dei nutrienti, la temperatura, la concentrazione di ossigeno, possono causare l’alterazione di questo equilibrio e di conseguenza la proliferazione di batteri, che così danno origine a infezioni di vario tipo».
A seconda dell’agente patogeno, virus o batterio, e della zona colpita, faringe, laringe, tonsille, ne deriva un disturbo: dalle semplici afte fino ad ascessi dentali, gengiviti, parodontiti, ma anche raffreddore, faringiti, tonsilliti, laringiti.
In tutti i casi l’ozono, sottoforma di acqua iperozonizzata, aiuta. «L’ozono ha un fortissimo potere ossidante e disinfettante, in grado di degradare le componenti cellulari batteriche e di inattivare i virus responsabili, anche delle infezioni orofaringee. Ma attenzione, è un gas che proprio in virtù della sua potenza ed efficacia può essere utilizzato solo da personale sanitario, seguendo determinati protocolli. È tossico ad alte concentrazioni: non può essere maneggiato, né inalato. Per la prevenzione e il trattamento di infezioni orofaringee per i pazienti, infatti, si ricorre all’acqua iperozonizzata, un’acqua arricchita con ozono tramite dispositivo elettromedicale certificato. Questo le conferisce proprietà antisettiche, antivirali e trofico-tissutali, in quanto essendo ricca di ossigeno dà nutrimento ai tessuti» spiega la dottoressa Pica. «È stato dimostrato che il lavaggio con acqua ozonizzata aiuta a eliminare i residui batterici e virali dalle cavità nasali e ad evitare l’insorgenza di infezioni a carico delle vie respiratorie. Mentre in caso di infezioni già in atto, ad accelerare il processo di guarigione».
È efficace anche come prevenzione nella cura dell’igiene orale: «L’acqua iperozonizzata può essere utilizzata per sciacqui e gargarismi come lavaggio finale dopo aver spazzolato i denti. Indipendentemente dalla sintomatologia, l’acqua non comporta alcun tipo di rischio, né reazioni allergiche, anche con lavaggi prolungati per tutto l’anno».
L’acqua iperozzonizzata inattiva i virus: «L’ozono veicolato dall’acqua penetra nella cellula bersaglio, aumenta la concentrazione di perossido e così blocca il meccanismo di riproduzione virale» chiarisce la biologa. «Nel caso di virus privi di envelope (ndr. rivestimento protettivo) il perossido introdotto nella cellula agisce sinergicamente con quelli già presenti, distruggendo qualsiasi microrganismo vi sia penetrato».
L’ozonoterapia è efficace nel trattamento di infezioni da Rhinovirus, virus appartenenti al genere Enterovirus che penetrano per via aerea, localizzandosi e moltiplicandosi nelle mucose nasali. «Sono responsabili del comune raffreddore, ma anche di bronchioliti e asma- commenta l’esperta-. Effettuare lavaggi nasali giornalieri permette in breve di risolvere l’infezione, grazie al meccanismo detto: l’ozono penetra nella cellula bersaglio, aumenta la concentrazione di perossido nella cellula infetta e ne determina la dissoluzione prima della replicazione virale».
Ha effetti anche sul Covid? «L’International Ozone Association, al momento, conferma l’efficacia dell’ozono per l’inattivazione di molti virus ma non è a conoscenza di ricerche specifiche su SARS-CoV-2» riferisce la biologa. «È dimostrato però che lavaggi nasali giornalieri aiutano a prevenire, dal momento che l’acqua ozonizzata è in grado di rimuovere e inattivare le particelle virali che stagnano nei turbinati nasali. È stato dimostrato anche che in caso di positività al tampone naso-orofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2, effettuare i lavaggi dei turbinati nasali permette una negativizzazione più rapida».
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