Tamponi in fluorescenza già attivi in Italia, perché sostituiranno i molecolari
Come funziona?
Si tratta di un cotton fioc che si infila nella narice, proprio come il test antigenico. Questo però usa il metodo semiquantitativo che legge in fluorescenza la presenza del coronavirus, quantificandola. L’unità di misura è Cut Off Index: se supera quota 10 la positività è sicura, quindi non serve un tampone molecolare di conferma. Un valido aiuto, dunque, per la diagnostica: il vantaggio è che così infatti si può evitare il test molecolare per la conferma della positività, risparmiando tempo e tamponi. Questo test è stato studiato dall’ospedale Spallanzani, che ha condotto uno studio comparandolo proprio con i tamponi molecolari. È emerso che per valori di COI da 1 a 3 la percentuale di falsi positivi del fluorescente è del 65,8%; per valori da 3 a 10 scende al 18,4%, invece per valori superiori a 10 crolla all’1,8%; infine per valori superiori a 20 la percentuale diventa pari a zero.
Il tampone in fluorescenza, dunque, è stato validato dall’apposita circolare del ministero della Salute. Non costerà di più: il prezzo è lo stesso dei test rapidi, che è calmierato. Quindi, 15 euro per tutti, scende a 8 euro per i minori. Se l’affidabilità dei tamponi rapidi antigenici è legata alla carica virale, questo vuol dire chetampon riescono a identificare la positività al Covid solo se la carica virale è superiore a un milione per millilitro del materiale prelevato col tampone. Il problema è che nel 40-50% dei casi possono dare un falso negativo o un falso positivo.
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