In arrivo anticorpo monoclonale per infarto e ischemia
E’ il frutto di una ricerca guidata da Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Trieste e responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, e che rappresenta un punto di svolta nel settore delle terapie innovative in ambito cardiovascolare. La ricerca, cui ha collaborato l’Università di Zagabria (Croazia), è stata pubblicata da Nature Communications precisando che lo studio ha dimostrato che l’anticorpo ha un effetto benefico attraverso un doppio meccanismo: riduce la deposizione di tessuto fibroso che limita la funzione di pompa del cuore e promuove la sopravvivenza delle cellule muscolari cardiache. Frutto di una lunga collaborazione tra gli istituti triestini (ICGEB e UniTS) e l’Università di Zagabria, lo studio rivela il ruolo fondamentale di una famiglia di proteine, chiamate Bone Morphogenetic Proteins (BMPs), nell’evoluzione della fibrosi cardiaca dopo un evento ischemico. Nell’ultima fase del progetto, all’asse Trieste-Zagabria si è unito anche un gruppo di cardiochirurghi di Innsbruck che ha portato le proprie esperienze e competenze nell’ambito dei meccanismi che sottendono al danno ischemico e allo sviluppo di terapie innovative.
ansa
Commento all'articolo