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Dopo quanto fa effetto l’aspirina?

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L’effetto dell’aspirina inizia dopo 30 minuti. Un grammo di aspirina, in media, riduce la temperatura orale dell’organismo da 39.0 °C a 37.5 °C nel giro di tre ore.

L’aspirina, che da un punto di vista chimico è acido acetilsalicilico, è un farmaco che viene usato come

  • analgesico (per alleviare i dolori lievi),
  • antipiretico (per diminuire la febbre),
  • antinfiammatorio.

L’aspirina è  inoltre un antiaggregante e fluidificante del sangue, perché in grado di inibire la produzione di trombossano (una molecola in grado di favorire l’aggregazione delle piastrine per riparare i vasi sanguigni danneggiati). Per questo motivo l’aspirina può essere usata sul lungo periodo e a basso dosaggioper prevenire gli attacchi cardiaci e gli episodi di trombosi nei pazienti maggiormente a rischio di formazione di coaguli ematici.

È stato inoltre dimostrato che l’aspirina può essere somministrata a piccole dosi immediatamente dopo l’infarto per diminuire il rischio di un secondo episodio o di necrosi del tessuto cardiaco.

STORIA DELL’ASPIRINA

Fu un chimico francese, Charles Frédéric Gerhardt, a preparare per primo l’acido acetilsalicilico nel 1853. Nel corso del suo lavoro riguardante la sintesi e le proprietà di diverse anidridi acide mescolò il cloruro di acetile con un sale sodico dell’acido salicilico (il salicilato di sodio). Si verificò una forte reazione e la miscela risultante si solidificò in brevissimo tempo.

A quell’epoca non esisteva ancora la teoria strutturale, quindi Gerhardt chiamò il composto che aveva sintetizzato “anidride salicilico-acetica” (wasserfreie Salicylsäure-Essigsäure). La preparazione dell’aspirina (“anidride salicilico-acetica”) fu soltanto una delle diverse reazioni che Gerhardt condusse per il suo lavoro sulle anidridi, e non ebbe alcun seguito.

Sei anni dopo, nel 1859, Von Gilm ottenne analiticamente l’acido acetilsalicilico puro, per reazione tra l’acido salicilico e il cloruro di acetile: chiamò questa nuova sostanza “acetylierte Salicylsäure”, cioè acido salicilico acetilato.

Nei 1869, Schröder, Prinzhorn e Kraut ripeterono le sintesi compiute da Gerhardt (dal salicilato di sodio) e da Von Gilm (dall’acido salicilico) e conclusero che entrambe le reazioni creavano lo stesso composto: l’acido acetilsalicilico. Furono i primi ad attribuirgli la struttura corretta, con il gruppo acetile collegato al gruppo OH fenolico.

Nel 1897, gli scienziati della Bayer, azienda che produceva farmaci e coloranti, iniziarono a fare esperimenti sull’uso dell’acido acetilsalicilico come sostituto meno irritante dei medicinali comuni a base di salicilato.

Nel 1899 la stessa Bayer mise in commercio il farmaco con il nome commerciale di Aspirina, nome che deriva dalla “A” di “acetil” e dalla “spir” di “Spirsäure”, il vecchio nome tedesco dell’acido salicilico.

La sostanza divenne sempre più famosa nella prima metà del XX secolo e diede prova della sua efficacia nelle prime fasi dell’epidemia di spagnola del 1918; era un farmaco molto redditizio, quindi scatenò feroci lotte di mercato e la proliferazione di marchi e di prodotti, soprattutto dopo la scadenza del brevetto della Bayer negli Stati Uniti, avvenuta nel 1917.

La popolarità dell’Aspirina diminuì quando furono messi in commercio il paracetamolo nel 1956 e l’ibuprofene nel 1969.

Negli anni Sessanta e Settanta John Vane e altri scoprirono il meccanismo di azione dell’aspirina, mentre esperimenti clinici e altre ricerche compiute tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dimostrarono l’efficacia di questo farmaco come agente anticoagulante in grado di diminuire il rischio di malattie della coagulazione.

Il consumo aumentò di nuovo considerevolmente negli ultimi decenni del XX secolo ed è tuttora molto diffuso, grazie all’uso generalizzato che se ne fa come terapia preventiva per gli attacchi di cuore e l’infarto.