Promozione dell’Allattamento (TAS), delle Società scientifiche e degli Ordini e delle Associazioni professionali

 

Premessa

L’allattamento rappresenta una componente vitale del diritto di ogni bambino di poter raggiungere il proprio massimo potenziale biologico: tale obiettivo va raggiunto sostenendo ogni madre al fine di permetterle di esercitare il diritto di prendere una decisione consapevole sull’alimentazione del proprio figlio. L’eventuale scelta di non allattare o di interrompere precocemente l’allattamento non dovrebbe essere l’inevitabile conseguenza della mancanza del necessario sostegno.

I professionisti della salute hanno un ruolo fondamentale nel sostenere tali diritti e nel fornire, quando richiesto, un supporto che risulti concreto ed efficace (Davanzo 2002; Handa 2013). Promuovere, proteggere e sostenere l’allattamento significa tutelare la salute materna e quella infantile, ridurre i costi socio-sanitari (Cattaneo, 2006; Walters 2019) e ambientali e indurre un cambiamento culturale ed organizzativo nelle strutture sanitarie (Cleminson 2015; UNICEF Italia 2015a).

Il personale sanitario e le competenze in allattamento

La formazione curriculare (pre-service) del personale sanitario risulta essenziale per l’implemen- tazione delle buone pratiche assistenziali, che permettono di avviare e mantenere l’allattamento, sia in un contesto one-to-one, sia nell’ambito di un’organizzazione sanitaria strutturata come un Ospedale o un Ambulatorio consultoriale/distrettuale.

La letteratura sottolinea come la formazione in tema di allattamento non risulti adeguata, sia per quanto riguarda gli studenti in Medicina, sia per gli specializzandi (Sattari 2019), nonché per le infermiere pediatriche (Boyd 2013).
La recente revisione dell’Iniziativa Ospedale Amico dei Bambini (Baby Friendly Hospital Initiative – BFHI) da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’UNICEF (WHO 2017; 2018) ha sottolineato quanto la formazione pre- laurea risulti insufficiente sui temi riguardanti l’allattamento, potendo rappresentare una barriera all’implementazione efficace delle buone pratiche.

La formazione del personale sanitario precedente e successiva all’ingresso nel mondo del lavoro in tema di alimentazione dei lattanti e dei bambini merita quindi una specifica attenzione (Freed 1995; McIntyre 1996; Del Santo 1998; EU Project on Breastfeeding 2008; Spilby 2009; Ekström 2012; Froehlich 2013; Angel 2013; De Jesus 2016).

I contenuti dei programmi e i materiali di studio per i corsi di laurea, di specializzazione e post- laurea, così come gli standard formativi, dovrebbero essere sviluppati e/o aggiornati per assicurare che i livelli di competenza ottenuti siano in linea con le migliori pratiche per l’allattamento e per la sua gestione. In questo documento si attribuisce al termine competenza un’accezione di più ampio respiro, che include le conoscenze teoriche, competenze pratiche e strategie comunicative idonee e specifiche.

Per quanto concerne i materiali di studio, fra quelli disponibili ed adeguati, possono essere citati come esempio il capitolo preparato dagli esperti dell’OMS sull’alimentazione infantile per libri di testo degli studenti in Medicina e delle professioni sanitarie (WHO 2009) ed il manuale del Lactation Education Accreditation and Approval Review Committee (LEAARC) riguardante il programma di studio interdisciplinare per care providers (Hetzel Campbell 2018). Dal momento che l’avvio e il mantenimento dell’allattamento non dipendono esclusivamente dalla volontà della donna, i professionisti della salute devono essere consapevoli di avere un ruolo rilevante nell’orientare e nel sostenere le madri sull’alimentazione infantile e sull’allattamento, nel rispetto della scelta materna (Taveras 2004; Eidelman 2012).

Nello stesso modo, devono essere pronti a fornire un sostegno competente alle famiglie che utilizzano sostituti del latte materno, garantendo informazioni chiare, complete e scientificamente aggiornate su scelta, preparazione, somministrazione e conservazione dei sostituti del latte materno.

In sintesi, dal momento che un’alimentazione con formula per lattanti implica la perdita dei benefici dell’allattamento per la donna e per il suo bambino, il personale sanitario ha fra le proprie finalità, quella di un’efficace e competente protezione, promozione e sostegno dell’allattamento.

Formazione sull’allattamento: universitaria e in-service

Le scelte dei responsabili della formazione universitaria (pre-service) e di quella successiva all’in- serimento nel mondo del lavoro (in-service) risultano essenziali nel garantire i necessari contenuti educativi sull’allattamento all’interno degli ordinamenti didattici e della formazione continua. L’offerta formativa deve partire da una periodica verifica dei bisogni dei diversi operatori sanitari e, nell’individuazione degli obiettivi formativi, deve basarsi sui dati della letteratura scientifica, nel rispetto della normativa vigente e dei principi del Codice Internazionale di Commercializzazione dei sostituti del Latte Materno (WHO 1981; UNICEF Italia 2015b).

In particolare, vanno rivisitati i curricula studiorum della formazione di base, in applicazione di quan- to previsto dalle:

  • «Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno» (Accordo S-R del 20 dicembre 2007 – G.U. Serie Generale, n. 32 del 07 febbraio 2008)

    http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto?id=25229

  • «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo» (Accordo S-R del 16 dicembre 2010 – G.U. Serie Generale, n. 13 del 18 gennaio 2011) che all’allegato n. 8 così recita: “Formazione degli operatori. La Formazione è uno degli elementi prioritari che devono essere promossi e sviluppati, secondo un programma articolato, che renda prioritario, nell’ambito delle attività di formazione continua ECM aziendale e regionale, percorsi di formazione/aggiornamento di tutte le figure professionali coinvolte nel percorso nascita, con modalità integrate,… (omissis). E’ necessario che vengano previsti sistemi per la verifica ed adeguamento dei livelli formativi teorico-pratici delle scuole di specializzazione…”

    http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&me nu=salastampa&p=comunicatistamp&id=3147

    Attualmente in Italia la formazione sull’allattamento è realizzata prevalentemente in-service nelle diverse modalità di formazione continua e permanente, sulla base principalmente dei riferimenti formativi strutturati ed evidence based dell’OMS e UNICEF (WHO 1993; Rea 1999; Cattaneo 2001; Kramer 2001; Zakarija-Grkovic 2010, 2012; Entwistle 2013).

    Questa formazione è diretta al personale già in servizio ed in particolare agli operatori a contatto con madri e bambini negli ospedali e nelle strutture territoriali.
    La formazione in-service può essere anche acquisita “a distanza” (FAD), come di recente organizzato per il personale della Regione Toscana o da famose Università d’oltreoceano che hanno credito internazionale.

Un’adeguata formazione pre-service, riguardando a tappeto tutti gli studenti universitari delle professioni sanitarie, può contribuire a limitare l’adozione di pratiche assistenziali sub-ottimali dovute ad eventuali gap formativi del personale di assistenza.
Nell’ambito dell’autonomia didattica degli atenei (Legge 15/05/1997, n. 127 “Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo”; D.M. 509/99; D.M. 270/2004 e Legge 30/12/2010, n. 240 “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario” https://www.camera.it/parlam/leggi/10240l.htm ), alcuni Corsi di Laurea hanno dedicato una particolare attenzione al tema dell’alimentazione infantile e dell’allattamento, garantendo un piano di studi specifico sottoposto ad un processo di accreditamento da parte dell’UNICEF (Corso di Laurea Amico dell’Allattamento) (Box 1).

Come esempi si possono citare i Corsi di Laurea di Ostetricia della Università degli Studi di Milano- Bicocca e dell’Università La Statale di Milano ed il Corso di Laurea in Infermieristica pediatrica della Statale di Milano.
Di recente anche a Roma nei Corsi di Laurea in Ostetricia è stato avviato un progetto di formazione in allattamento (Giusti 2017), utilizzando un corso ad hoc, sviluppato a partire dai materiali UNICEF/ OMS (ISS/OPORF 2019).

La suddetta autonomia universitaria lascia chiaramente ampio spazio per una decisione locale sui modi e tempi ritenuti più opportuni per declinare un’offerta formativa appropriata ed efficace desti- nata agli studenti (Medicina, Infermieristica, Infermieristica pediatrica, Ostetricia e altre Professioni sanitarie), ai medici specializzandi (Pediatria, Ostetricia e Ginecologia) ed agli studenti di Master specifici in tema di Nutrizione e Allattamento.

Al bisogno di formazione di base, vista l’acquisizione di sempre nuove conoscenze, si aggiunge comunque necessariamente quello per un’educazione permanente secondo il Sistema Nazionale di Educazione Continua in Medicina (SNECM).

La formazione sull’allattamento ed il ruolo delle Società scientifiche e degli Ordini e delle Associazioni professionali

Le Società scientifiche, gli Ordini e le Associazioni professionali hanno, nell’ambito della formazione delle professioni sanitarie, ruolo autonomo e funzioni specifiche, ma integrate.
Il TAS, nel rispetto di tali ruoli e funzioni, ha elaborato raccomandazioni sulla formazione in allattamento congiuntamente a Società Italiana di Pediatria (SIP), Società Italiana di Neonatologia (SIN), Associazione Culturale Pediatri (ACP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Collegi Universitari dei Direttori delle Scuole di Specialità di Pediatria e degli Ordinari di Pediatria, Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO), Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) e Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (FNO-TSRM-PSTRP).

Raccomandazioni sulla formazione in allattamento delle professioni sanitarie

1. Generalità

In tema di allattamento è opportuno formulare alcune raccomandazioni sulla formazione di base del personale sanitario di ogni ordine e grado (Westphal 1995; Davanzo 2002; National Breast- feeding Advisory Committee of New Zealand 2008; Position Statement delle Società scientifiche pediatriche 2015; Balogun 2017; Meek 2019; Buonocore 2019):

  • I professionisti sanitari sono tutti coinvolti, seppur in diversa misura, nella gestione dell’allatta- mento, e tutti concorrono alla sua protezione, promozione e sostegno presso la popolazione.
  • L’etica professionale e il bisogno espresso da parte della donna/coppia/famiglia raccomandano

    alle professioni sanitarie l’acquisizione, anche nel campo dell’allattamento, di competenze professionali aggiornate e basate su prove di efficacia, attraverso appropriate metodologie didattiche.

  • I curricula studiorum dei Corsi di Studio (laurea, laurea magistrale, scuola di specializzazione, master) delle professioni sanitarie per i quali il tema della lattazione umana sia pertinente e rilevante dovrebbero comprendere uno standard base di conoscenze teoriche, di abilità sull’allat- tamento, di competenze (che notoriamente dipendono dal contesto), adottando testi, manuali e materiali didattici conformi a standard aggiornati.
  • Gli standard riguardanti l’allattamento implicano degli obiettivi educativi, fra i quali essenziale è la comprensione dell’importanza dell’allattamento e le conseguenze del mancato allattamento in termini di outcome sanitario, sociale, economico, ambientale. Un altro obiettivo essenziale è la conoscenza della fisiologia della lattazione con capacità a declinarla nelle situazioni pratiche.
  • La formazione pre-service e quella in-service dovrebbero coprire in maniera adeguata gli standard pratici validati dalla letteratura scientifica e dovrebbero includere a questo scopo una sufficiente pratica clinica.
  • Deve essere promosso lo scambio di conoscenze, competenze ed esperienze sull’allattamento fra i professionisti sanitari, le associazioni di volontariato ed i gruppi di mamme, per favorire un’azione integrata e informazioni uniformi, rilevanti, che rispondano ai bisogni delle famiglie.
  • L’impegno dello studente sul tema della protezione-promozione-mantenimento dell’allattamen- to viene definito dal Regolamento Didattico dei singoli Corsi di Studi (CdS); tuttavia si raccoman- da sia modulato in forma differente in termini di crediti formativi universitari (CFU) nei corsi che hanno tra gli obiettivi didattici quello che il discente sia semplicemente informato (su un nucleo minimo di conoscenze), o piuttosto coinvolto (in merito al ruolo attivo previsto in questo set- tore), o completamente dedicato alla cura di mamma e bambino (Tavola 1).
  • L’attribuzione del ruolo di coinvolti o dedicati risulta essere in relazione ai compiti professionali caratteristici di ciascun ambito professionale, che può comunque essere ulteriormente sviluppato su base volontaria in funzione dell’interesse ad assumere un ruolo più importante sull’allattamento.
  • La suddivisione in categorie non dipende solo dalla professione, ma anche dalla policy locale ad assumere/attribuire un ruolo attivo in questo settore.
  • Mentre si ritiene che un nucleo minimo di conoscenze sia necessario per tutte le professioni san- itarie, che rientrano quindi di default nella categoria degli informati (si considerino nel caso dei medici: psichiatri, neurologi, odontoiatri, oculisti, medici di organizzazione sanitaria), le competenze specifiche sono appannaggio di quei professionisti più vicini a mamma e/o bambino, che vanno intesi come dedicati all’allattamento (per esempio: pediatri, neonatologi, ostetriche, infermiere pediatriche, ginecologi oltre che assistenti sanitari, dietisti, educatori professionali, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali).
  • È opportuno che i medici anestesisti, in considerazione del loro ruolo nella cura delle donne in sala operatoria ostetrica (per sostenere, ad esempio, la pratica del pelle a pelle fra madre e neo- nato) o per la parto-analgesia, vengano considerati come professionisti coinvolti. Possono avere un certo grado di coinvolgimento con l’allattamento anche altre professioni sanitarie quali per esempio il tecnico di radiologia medica ed il terapista della neuro e della psicomotricità dell’età evolutiva.

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