Il ruolo dell’osteopatia nella gestione del paziente disfonico

Dott. Simone Marchetti ~ Fisioterapista & Osteopata DO mROI
Pubblicazione salute33 Rivista di Divulgazione Scientifica – ANNO 3 N.9 SETTEMBRE 2020 – ISSN: 2612/4947

QUANDO LA VOCE SI AMMALA
Con il termine disfonia il mondo accademico delinea uno specifico stato patologico che compromette tutti i parametri acustici della voce quali frequenza, intensità, durata e timbro in presenza, o meno, di lesioni organiche a carico delle strutture primarie della fonazione. I sintomi più comuni comprendono dolore e tensione nell’area laringea, perdita parziale o totale della voce e dell’estensione vocale, secchezza delle strutture laringee, problemi di deglutizione, di intonazione e di passaggio di registro vocale e, infine, raucedine.
I disturbi della voce in assenza di lesioni organiche a livello delle corde vocali sono denominate disfonie funzionali le quali possiedono un comune denominatore: l’utilizzo inappropriato e non coordinato dei muscoli intra- ed extra-laringei. Questo squilibrio muscolare può essere attribuito a fattori appartenenti a tre differenti macro-categorie: fattori psicologici o comportamentali (es. ansia, stress, depressione), patologie organiche sottostanti (es. reflusso gastro-esofageo, infezione del tratto respiratorio alto) oppure ad uso eccessivo o erroneo della voce.

Nelle persone affette da disfonia funzionale le alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico sono molto frequenti e coinvolgono anche le componenti fasciali e legamentose, compromettendo lo stato di equilibrio posturale che può inficiare, poi, direttamente o indirettamente sulla funzione fonatoria.

La laringe muta la propria posizione spaziale comportando una inclinazione delle strutture osteo-cartilaginee (ioide, tiroide, cricoide e aritenoidi) che immediatamente influenzano la muscolatura intrinseca, responsabile del movimento delle corde vocali. CONTINUA A LEGGERE 

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