Non solo l’alimentazione può macchiare i denti
Vino, caffè e tè sono da sempre tra gli ‘indiziati speciali’ del cambio di colorazione dello smalto. Ma ci sono anche altri elementi, legati ad esempio al tipo di batteri presenti nella placca dentale. “Esistono diverse ragioni che spiegano perché tra fumatori, caffeinodipendenti e sommelier alcuni tendono ad avere denti più macchiati e altri no – spiega Alessandro Crea, segretario della SIdP, la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia – Più che considerare ‘ciò’ che si beve bisognerebbe tener presente ‘chi’ beve. Ci sono alcuni fattori predisponenti, come ad esempio una superficie dentale più “porosa”: in casi del genere sussiste una maggiore possibilità del ristagno di pigmenti”. Ma non c’è solo questo. Infatti, spiega ancora Crea, “il biofilm dentale costituito dalla placca batterica può assorbire ma anche produrre pigmenti in grado di macchiare il nostro sorriso. Inoltre può incidere la cosiddetta recessione gengivale, ovvero l’esposizione (conseguente ad esempio alla presenza di parodontite) della radice dentale che per sua natura è più incline a trattenere pigmenti”. Uno ancora degli aspetti che può predisporre alla pigmentazione nera, la cosiddetta ‘black stain’, è l’elevata concentrazione di ioni ferrici nella saliva.
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