Covid-19: ansia e stress, perché così eccessivi
Dott.ssa Maria Rosaria Della Mura ~ Psicologa
Pubblicazione – ANNO 4 N. 31 GENNAIO 2021 – ISSN: 2612/4947
Nei primi mesi del 2020 abbiamo assistito ad un evento dalla portata mondiale, la diffusione, diventata poi pandemia, di un virus denominato Covid-19. Sviluppatasi e diffusa in brevissimo tempo, non ha lasciato, come tutti gli eventi imprevisti, il tempo di elaborare ciò che stava cambiando nella popolazione. Sicuramente all’inizio dell’emergenza l’attenzione era concentrata sulla capacità degli ospedali di accogliere i pazienti e sulla possibilità di somministrare loro le prime cure salvavita.
Ma la pandemia ha avuto un impatto psicologico che non è più possibile sottovalutare, e che emerge sempre più di frequente negli studi scientifici. Tra le richieste più spesso rivolte alla Rete c’erano frasi o espressioni come: “sto avendo un attacco di panico?” o “sintomi di un attacco d’ansia”. Ciò può avvenire specialmente in situazioni di stress acuto e prolungato, come quello legato in questo caso alla pandemia.
Che cos’è lo stress?
Siamo abituati a pensare che lo stress è la causa di una condizione, fisica o psicologica. In realtà non è così.
Il termine è stato introdotto negli anni ‘50 da Cannon, il quale definì una “Reazione fisiologica e psichica ad una minaccia reale o percepita che richiede un’azione o soluzione”.
La risposta allo stress è un meccanismo adattivo neuro-psico-fisiologico, che si è instaurato durante l’evoluzione per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Mira ad aumentare la consapevolezza interna del pericolo e a produrre uno stato di prontezza all’azione. Lo stimolo viene chiamato stressor. A seconda poi dell’andamento dello stressor cambierà il tipo di risposta ed il tipo di adattamento, dipende dalle esperienze precedenti e dalla storia di ogni individuo, dal suo stile di personalità, dallo stile cognitivo, dal genere, dall’età, dalle risorse disponibili e dalla ..continua a leggere
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