L’Autostima in età evolutiva
Dott.ssa Michela Mignano ~ Pedagogista Clinico – Psicomotricista Funzionale
Pubblicazione – ANNO 4 N.31 GENNAIO 2021 – ISSN: 2612/4947
L’autostima comprende: la soddisfazione di sé, l’intima consapevolezza del proprio valore e la fiducia nella propria capacità di svolgere un determinato compito. L’autostima è una valutazione che la persona dà di se stessa, è l’opinione generale, il valore che si attribuisce come persona.
Bassa ed alta autostima possono essere un problema.
Il bambino con poca autostima ha una visione negativa del proprio valore, pervasiva e di lunga durata.Ha scarsa fiducia in se stesso e nel mondo, ha difficoltà di ascoltarsi e di individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie aspirazioni, ha tendenza a dipendere dagli altri, manifesta una ricerca continua del consenso degli altri, uno scarso spirito di iniziativa ed una scarsa disponibilità a rischiare, agisce di impulso, è più suscettibile ai disturbi d’ansia e ad uno stile comportamentale passivo il che può contribuire al mantenimento di un basso livello di autostima. Una autostima dei bambini sana è importante perché in età evolutiva si mettono le basi delle percezioni che nel corso della vita si avranno di sé. Una autostima positiva è un fattore cardine di un buon adattamento socioemozionale.
- Immagine corporea
- Ambito familiare
- Ambito sociale-interpersonale
- Ambito scolastico
Sono i quattro pilastri sui quali si fonda l’autostima globale. Una buona autostima ci permette di affrontare le sfide, reagire ad esse in maniera appropriata sfruttando appieno le nostre risorse. In ambito familiare comincia a svilupparsi osservando i comportamenti e ascoltando i consigli dei genitori. Il bambino valuta continuamente se deluso o approvato da loro. Così va costruendosi l’immagine di sé.
Tra i fattori di rischio meritano particolare attenzione quelli ambientali:
- Episodi di trascuratezza e/o abbandono nell’infanzia e l’adolescenza
- Ripetute critiche da parte delle figure di riferimento
- Esperienze di esclusione/bullismo (a casa o a scuola)
- Appartenenza a gruppi sociali o etnici minoritari
- Episodi di mobbing/isolamento/svalutazione a scuola
- Eventi traumatici
- Stress prolungato
Il funzionamento scolastico, cioè la performance scolastica, condiziona molto il grado di autostima, attraverso la valutazione degli insegnanti, i progressi o le difficoltà di apprendimento. Il cosiddetto effetto Pigmalione o autoesaudimento della profezia, mediante la suggestione, possono concorrere al formarsi di una immagine di sé positiva o negativa in relazione a quella che si sono fatta del bambino gli insegnanti.
L’ingresso scolastico è un momento topico per vari motivi all’interno della vita di un bambino. Per la prima volta si troverà solo con figure d’accudimento molto diverse dai genitori, cioè gli insegnanti, con i quali stabilirà una relazione differente, sebbene intensa, che richiederà ulteriori capacità di gestione dei rapporti. Inoltre sarà ugualmente importante affrontare il confronto con i coetanei, con i compagni di scuola e con le altre figure scolastiche con le quali verrà in contatto.
Il principale ostacolo che i bambini si trovano ad affrontare mettendo alla prova la loro autostima a scuola è il voto.
Compito delle figure educative, in questa fase, è evitare l’identificazione del valore personale con il voto in pagella. In alcuni bambini con tratti perfezionisti infatti, potrebbe scattare il pensiero “ho preso 5, quindi io valgo 5”, vale a dire che si consolida come distorsione cognitiva il pensiero “Io sono il voto che mi danno”. Infatti il grado di autostima è influenzato molto dalla credenza o meno di poter raggiungere un risultato desiderato e dalla consapevolezza o meno di poter efficacemente rimediare a un insuccesso.
Una bassa autostima può tradursi in difficoltà di apprendimento, ansia, enuresi, depressione, disturbi del comportamento.
Cosa fare per i nostri bambini?
Non negare l’esistenza del problema, che va affrontato;
Esempio: sei timido? Puoi imparare ad essere diverso se lo desideri.
Non fare instaurare dinamiche di colpa vergogna in seguito ad insuccessi, andando a sottolineare eventuali errori commessi dal bambino.
Incoraggiare il bambino a sperimentare, dandogli sostegno nell’affrontare ostacoli, prove, impegni.
Ciò significa che quando i genitori supportano e sostengono il bambino nelle sue scelte, manifestano affetto facendolo sentire degno d’amore e vietano determinati comportamenti contrassegnando questi ultimi come sbagliati, senza dare giudizi di valore sul bambino stesso (vale a dire “quello che hai fatto è sbagliato” e non “tu sei sbagliato” o “sei cattivo”) concorrono per costruire nel loro figlio un’immagine positiva di sé.
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