Studio monocentrico sulla correlazione tra Endocardite infettiva e Diabete Mellito
Luigi Trotta ~ Laureando in Medicina e Chirurgia
Pubblicazione – ANNO 4 N. 33 MARZO 2021 – ISSN: 2612/4947
Ad oggi, l’impatto prognostico del Diabete Mellito in termini di morbidità e mortalità nei pazienti con Endocardite Infettiva resta poco chiaro. Abbiamo mirato ad inquadrare le caratteristiche cliniche, ecocardiografiche e microbiologiche dei pazienti diabetici con Endocardite Infettiva per indagare se il Diabete Mellito possa influenzare l’esito clinico a breve e lungo termine dei pazienti con Endocardite Infettiva. Abbiamo retrospettivamente raccolto le cartelle cliniche di tutti i pazienti con diagnosi definitiva di Endocardite Infettiva ricoverati presso la nostra azienda ospedaliera. La diagnosi di Endocardite Infettiva si è basata sui “criteri di Duke modificati” (positività delle emocolture ed evidenza di interessamento endocardico all’ ETT per quanto riguarda i criteri maggiori; fattori predisponenti di EI, Temperatura>38˚C, Fenomeni vascolari ed immunologici quali emboli arteriosi, infarti polmonari settici, aneurismi micotici, emorragia endocardiaca, emorragie congiuntivali, macchie di Janeway, glomerulonefrite, noduli di Osler, macchie di Roth, fattore reumatoide positivo; come criteri minori).[1-2]. La presenza di 2 criteri maggiori, o di 1 maggiore e 3 minori, o di 5 minori, sono necessari per diagnosi certa di Endocardite infettiva. Il Diabete Mellito è stato diagnosticato mediante i criteri dettati dall’ American Diabetes Association; secondo cui il riscontro di una glicemia a digiuno > 126 o di un’emoglobina glicata (HbA1c) > 6.5% in corso di trattamento con farmaci ipoglicemizzanti sono indicativi di malattia.
Il nostro studio include 105 pazienti indirizzati presso il nostro ospedale con diagnosi di endocardite infettiva, 36, corrispondenti al 34.4%, erano affetti anche da diabete mellito.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad ecocardiografia transtoracica (TTE), mentre l’ecocardiografia transesofagea (TEE) è stata eseguita in base a specifici contesti clinici [3]. Tutti gli esami ecocardiografici sono stati eseguiti durante la fase acuta dell’Endocardite Infettiva. I seguenti parametri sono stati raccolti per tutti i pazienti: frazioni di eiezione ventricolare sinistra (LVEF), morfologia della vegetazione, coinvolgimento infettivo di valvole native/protesiche o di dispositivo intracardiaco, rigurgiti e/o stenosi valvolari, caratteristiche morfologiche (vegetazione, ascessi, deiscenza di valvole protesiche) e complicazioni paravalvolari di endocardite infettive (fistola, pseudoaneurisma, perforazioni, aneurisma valvolare). [4]
Complessivamente, la valvola aortica è stata quella più comunemente coinvolta, con una prevalenza significativamente più alta nei pazienti diabetici (57% vs 46%). Le vegetazioni sono state rilevate più frequentemente nei diabetici rispetto ai non diabetici (91% vs 81%). I pazienti diabetici hanno mostrato una più alta percentuale di complicanze paravalvolari (82% vs 64%), che includono ascessi, nuova perdita periprotesica, pseudoaneurismi e deiscenza della valvola protesica.
I campioni per l’analisi microbiologica sono stati raccolti prima dell’inizio della terapia antibiotica. I risultati delle emocolture sono stati riportati secondo le seguenti categorie: Streptoccocchi orali (ex Viridans), Streptococchi di gruppo D, Stafilococchi coagulasi negativi (CoNS), Stafilococco aureus, Candida ed altri. Non si è notata una netta differenza eziologica tra pazienti diabetici e non diabetici.
I principali risultati del presente studio possono essere riassunti nel modo seguente:
1) la presenza di Diabete Mellito nei pazienti affetti da Endocardite Infettiva è stata associata ad un’età maggiore ed una più alta presenza di comorbidità quali ipertensione, malattia renale cronica, storia di scompenso cardiaco e malattia coronarica;
2) né le condizioni predisponenti all’Endocardite Infettiva (ad eccezione dei consumatori di droghe per via endovenosa) né l’agente eziologico erano significativamente differenti tra i gruppi;
3) vegetazioni e complicanze paravalvolari erano prevalenti nei pazienti diabetici rispetto ai non diabetici;
4) I pazienti con Diabete Mellito hanno mostrato un outcome significativamente più sfavorevole sia durante la degenza ospedaliera che nel lungo periodo;
5) un alto valore di frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) è stato associato ad un miglior outcome sia durante la degenza ospedaliera che nel follow up a lungo termine.
Bibliografia
1. von Reyn FC, Arbeit RD, Friedland GH, Crumpacker CS. Criteria for the diagnosis of infective endocarditis. Clin Infect Dis. 1994; 19:368–70. https://doi.org/10.1093/clinids/19.2.368 PMID: 7864961.
2. Li JS, Sexton DJ, Mick N, Nettles R, Fowler VG Jr, Ryan T et al. Proposed modifications to the Duke criteria for the diagnosis of infective endocarditis. Clin Infect Dis. 2000; 30:633–638. https://doi.org/10.1086/313753 PMID: 10770721.
3. Habib G, Lancellotti P, Antunes MJ, Bongiorni MG, Casalta JP, Del Zotti F et al. ESC Scientific Document Group. 2015 ESC Guidelines for the management of infective endocarditis: The Task Force for the Management of Infective Endocarditis of the European Society of Cardiology (ESC). Eur Heart J.2015; 36:3075–3128. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehv319 PMID: 26320109.
4. Habib G, Badano L, Tribouilloy C, Vilacosta I, Zamorano JL, Galderisi M et al. Recommendations forthe practice of echocardiography in infective endocarditis. European Journal of Echocardiography. 2010; 11:202–19. https://doi.org/10.1093/ejechocard/jeq004 PMID: 20223755.
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