Farmaci barbiturici: cosa sono e quali controindicazioni

I barbiturici costituiscono una classe di farmaci in grado di deprimere il sistema nervoso centrale e possono avere attività calmante (sedativa) ipnotica, anticonvulsivante (contro le convulsioni) o anestetica in base al tipo, alla dose e alla via di somministrazione scelta.

Oggi l’uso dei barbiturici non è più raccomandato, fatta eccezione per alcuni tipi di trattamento, ed è stato sostituito dall’impiego di farmaci più sicuri ed efficaci, come le benzodiazepine che, soprattutto in caso di sovradosaggio, risultano meno pericolose e di più elevata affidabilità.

Oggi i barbiturici sono impiegati soprattutto come anticonvulsivanti nel trattamento dell’epilessia, in particolare, nelle convulsioni tonico-cloniche del grande male (forma di epilessia), nelle convulsioni corticali focali e nelle condizioni che richiedono una sedazione di lunga durata. I barbiturici sono, inoltre, impiegati come anestetici unici per procedure chirurgiche brevi oppure nell’induzione dell’anestesia prima della somministrazione degli anestetici.

Il consumo prolungato di barbiturici può indurre dipendenza fisica, psichica o entrambe e causare la comparsa di uno stato di tolleranza dell’organismo che li rende sempre meno efficaci. Pertanto, non se ne consiglia l’uso per la cura dell’ansia o della tensione causati dallo stress della vita quotidiana. Inoltre, va evitata la brusca sospensione del trattamento nelle persone che li hanno presi a lungo. L’interruzione repentina nelle persone epilettiche, infatti, può indurre una crisi. Si tratta, in ogni caso, di farmaci la cui disponibilità e assunzione devono essere vincolate strettamente alla prescrizione del medico.

CARATTERISTICHE E USI

I barbiturici sono stati impiegati fino alla metà del secolo scorso per le loro caratteristiche calmanti-ipnotiche e attualmente sono stati sostituiti dalle benzodiazepine nel trattamento dell’ansia e dell’insonnia, poiché sono meno pericolose in caso di sovradosaggio. Nonostante ciò, i barbiturici sono ancora utilizzati nella cura dell’epilessia e nell’induzione dell’anestesia. 

Possono essere assunti per via orale (per bocca), intramuscolare ed endovenosa, a seconda dell’indicazione terapeutica. Il fenobarbitale nella somministrazione via orale e intramuscolare, ad esempio, è indicato principalmente come calmante (sedativo) generale, con particolare riguardo all’epilessia e a tutte le condizioni che richiedono una sedazione di lunga durata, nel trattamento delle convulsioni tonico-cloniche del grande male (forma di epilessia) e nelle convulsioni corticali focali. Somministrato per via endovenosa, invece, trova impiego come trattamento di emergenza di seconda scelta dell’epilessia, nei casi in cui la somministrazione per bocca non sia possibile, o nelle persone che non hanno trovato beneficio dalla cura con benzodiazepine e fenitoina.

I barbiturici, in base alla durata d’azione, sono classificati in quattro categorie:

• durata d’azione ultrabreve (20 minuti circa), come il tiopental  

• durata d’azione breve (3-4 ore), come il pentobarbital e il secobarbital  

• durata d’azione intermedia (4-6 ore), come l’amobarbital e il butabarbital

• azione prolungata (6-12 ore), come il primidone e il fenobarbital

I barbiturici ad azione ultrabreve, somministrati per via endovenosa, sono utilizzati per indurre narcosi e, quindi, per procedure chirurgiche brevi oppure nell’induzione dell’anestesia prima della somministrazione degli anestetici. I barbiturici ad azione breve o intermedia sono impiegati soprattutto come calmanti e ipnotici. Infine, i barbiturici ad azione prolungata sono utilizzati come anticonvulsivanti; in particolare, nel trattamento delle convulsioni tonico-cloniche del grande male epilettico e nelle convulsioni corticali focali.

Trattandosi di farmaci che danno assuefazione e dipendenza sia fisica che psichica, il loro impiego deve avvenire unicamente dietro prescrizione e sotto stretta sorveglianza del medico, evitando assolutamente di modificare le dosi o protrarne l’uso per periodi più lunghi di quelli prescritti.

In caso di assunzione per la cura dell’epilessia e per il controllo delle convulsioni occorre rispettare quotidianamente e con regolarità le dosi stabilite, in modo da mantenere costante la quantità del farmaco nel sangue. Per trattamenti prolungati nel tempo è necessario uno stretto controllo da parte del medico per verificare i progressi compiuti nell’evoluzione della malattia e, eventualmente, ridurre in modo graduale le dosi prima di interrompere completamente la terapia. Una brusca interruzione, infatti, può causare la ripresa delle convulsioni.

EFFETTI COLLATERALI

L’uso dei barbiturici può dare luogo a una serie di effetti indesiderati (effetti collaterali) che occorre tenere ben presenti e comunicare al proprio medico. Tra i principali effetti collaterali si possono citare:

• sanguinamento delle labbra 

• dolore al torace

• febbre

• dolori muscolari o articolari 

• pelle rossa, ispessita o squamosa 

• eruzione cutanea o orticaria

• piaghe, ulcere o macchie bianche in bocca (dolorose) 

• mal di gola 

• gonfiore delle palpebre, del viso o delle labbra 

• respiro sibilante o oppressione al petto 

• stato di confusione 

• depressione mentale 

• eccitazione insolita 

Più raramente si possono avere:

• allucinazioni (vedere o sentire cose che non ci sono)  

• sanguinamento o lividi insoliti 

• stanchezza o debolezza insolite 

Con un uso prolungato, si possono avere:

• dolori ossei, indolenzimento diffuso o sofferenza 

• perdita di appetito 

• debolezza muscolare 

• perdita di peso insolita 

• ingiallimento di occhi o pelle  

Quando somministrati a dosi molto basse, i barbiturici possono dare effetti paradosso, quali ipereccitazione e agitazione.

L’intossicazione da barbiturici, sia volontaria che casuale, costituisce un grave pericolo per la vita dal momento che la differenza fra la dose terapeutica abitualmente impiegata e la dose mortale è minima. I disturbi (sintomi) che si possono manifestare in seguito a un sovradosaggio da barbiturici, sono:

• stati confusionali gravi

• diminuzione o perdita dei riflessi

• gravi forme di sonnolenza

• febbre

• irritabilità continua

• bassa temperatura corporea

• mancanza di respiro o respirazione lenta o travagliata

• battito cardiaco lento

• biascicamento e linguaggio confuso

• gravi forme di insonnia

• movimenti insoliti degli occhi

• eccessiva debolezza 

Nelle intossicazioni da barbiturici più gravi possono anche insorgere:

• insufficienza circolatoria 

• depressione respiratoria 

• coma 

• morte

È bene tener presente che una dose letale è di circa 10 volte superiore a una normale ma questa soglia si riduce considerevolmente in caso di contemporanea assunzione di altre sostanze con effetti simili ai barbiturici, come alcol, benzodiazepine, eroina, oppiacei e tranquillanti.

Anche una brusca interruzione dell’assunzione di barbiturici può portare a gravi effetti collaterali e alla comparsa di crisi di astinenza con sintomi quali:

• forte sudorazione 

• tremori 

• stato d’ansia 

• nausea o vomito

• pressione arteriosa alta (ipertensione) 

• battito del cuore accelerato (tachicardia) 

• incubi

• convulsioni

• deliri 

La forma più grave di crisi di astinenza da barbiturici è uno stato psicotico e psicomotorio paragonabile all’astinenza da alcol, noto come “delirium tremens”.

Dopo aver sospeso l’uso di barbiturici, l’organismo potrebbe aver bisogno di tempo per adattarsi alla sospensione che, in caso di assunzione in dosi elevate o per un lungo periodo di tempo, potrebbe essere anche di 15 giorni. Durante questo periodo è opportuno restare sotto controllo medico e consultarlo se si verificano episodi indesiderati o di rilevante gravità. Inoltre, vanno controllate quotidianamente le funzioni vitali, quali il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la temperatura corporea.

CONTROINDICAZIONI

L’uso dei barbiturici è controindicato in presenza di una o più condizioni che possono aumentare il rischio di gravi reazioni avverse, quali:

• allergia conclamata al prodotto 

• insufficienza epatica

• insufficienza renale

• grave insufficienza respiratoria 

• porfirie (malattie metaboliche rare) 

• gravidanza

• allattamento 

• assunzione di alcol, benzodiazepine, eroina, oppiacei e tranquillanti

INTERAZIONI CON ALTRI MEDICINALI

I barbiturici possono interagire con altri farmaci quando assunti contemporaneamente, alterando la risposta dell’organismo a uno o più farmaci.

I barbiturici sommano i loro effetti all’alcol ma anche ad altri medicinali depressivi del sistema nervoso centrale, quali:

• antistaminici o medicinali per raffreddore da fieno, altre allergie o raffreddori

• sedativi, tranquillanti o medicine per indurre il sonno

• farmaci antidolorifici o narcotici 

• farmaci antiepilettici

• rilassanti muscolari 

• anestetici 

I barbiturici stimolano gli enzimi epatici, molecole che provocano la degradazione di molti farmaci. Pertanto, se assunti insieme ai barbiturici si può avere una diminuzione di efficacia di medicinali come anticoagulanti, betabloccanti, farmaci per l’HIV, cortisonici, antidepressivi, antiepilettici, antibiotici, antipsicotici, immunosoppressori, glicosidi digitalici, antiaritmici, vitamine del gruppo B, antiemetici, antifungini, oppioidi, antiasmatici. Inoltre, l’assunzione di barbiturici può ridurre l’efficacia di farmaci anticoncezionali quali estroprogestinici e progestinici.

A loro volta, alcuni farmaci possono influenzare l’azione dei barbiturici. Ad esempio le amfetamine e alcuni antiepilettici possono inibire il metabolismo di alcuni barbiturici, come il fenobarbitale, aumentandone la tossicità.

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